AD10S DIEGO
Non l'ho visto. Ma l'ho sentito.
Rimpiango ancora di non esser sceso, come desideravo fare per le strade della mia città, nel giorno in cui fu Pino a lasciarci.
Questa volta lo dovevo a me, a mio padre e ai miei fratelli che sono lontani, perché le loro lacrime le posso sentire a km di distanza. Lo dovevo alla passione per questo sport, per la mia città e per quel tempio pagano che, più di 30 anni fa, trovò il suo vero ed unico Dio.

Io Dios non l'ho mai visto, ma l'ho sentito nelle emozioni dei ricordi che mi hanno avvolto da sempre tra le mure di casa, nei racconti di mio padre ed i suoi amici, in tutte quelle Domeniche allo stadio dove, di quel Dio, nella metà dei 90, era rimasto solo un velo di malinconia. Il miglior sesso della tua vita che sai non tornerà più.
Ma posso dire di aver assaporato la sua magia in una sola partita. Era da poco iniziato il secondo tempo di quel Napoli-Roma che non dimenticherò mai. Lui entrava nella tribuna, noi dalla Curva B (strapiena) sentimmo un boato.

Il gol di Gonzalo Higuain arrivò da calcio d'angolo mentre tutto lo stadio, di Higuain, in quell'istante, poco se ne fotteva. Lo stadio era tutto rivolto verso il suo Dio. Il migliore amico di un popolo, il fabbricanti di sogni, quello che mai ha tradito. Tutti rivolti verso di lui, a cantare. Ancora una volta.

"Olee. Olè, olè, oleee. Dieeegoo! Diegoooo!"
Non l'ho visto. Ma l'ho sentito.
"Olee. olè, olè, oleee. Diegooo! Diegoooo!"

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